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Questa monografia ricostruisce cinquant'anni di creatività di Arman (Nizza, 1928 - New York, 2005), in un ricco excursus in cui le vicende personali s'intrecciano con la storia e con il contesto artistico internazionale: dagli esordi nei primi cinquanta quando, a Nizza, stringe una grande amicizia con Yves Klein e Claude Pascal - e qui elabora le prime contaminazioni tra pittura e oggetti, trovati e raccolti per strada, con cui si fa conoscere sulla scena parigina e mondiale - fino alla firma del manifesto del Nouveau Réalisme nel 1960 e al trasferimento negli Stati Uniti dove si confronta con New Dada e Pop Art. L'artista svolge la sua ricerca intorno alle cose del quotidiano: come afferma Celant, "l'intensificazione delle virtualità esistenziali dell'oggetto hanno portato Arman all'esplorazione di territori dal minimo al massimo del vivere urbano: dal timbro al monumento. Ha mescolato materie e prodotti, unità e serie, singolarità ed eterogeneità, imponendo ordine e disordine, per arrivare a costituire il flusso critico del reale". La narrazione è arricchita da un ampio apparato iconografico: dalle "Accumulations" di oggetti industriali e prodotti in serie, alle "Poubelles" in cui sono registrati gli scarti della società di consumo; dalle famose "Colères", "Coupes" e "Combustions", che con processi diversi smaterializzano gli oggetti privandoli della loro funzionalità, alla pittura, alle azioni e alle opere monumentali, come "Hope for Peace", Beirut, Libano, 1995, che aderiscono alla "poetica delle cose". Completano il volume le riproduzioni dei documenti, le fotografie personali e i testi poetici dell'artista. Con testi di: Arman, Germano Celant e Chiara Spangaro.